La coltivazione del tartufo è anche definita tartuficoltura.
Chi ha intenzione di diventare tartuficoltore deve necessariamente avere delle basi che consentano al conduttore della tartufaia l’utilizzo delle corrette metodologie di impianto e gestione della stessa.
Quindi è possibile coltivare i tartufi?
La coltivazione del tartufo è oramai realtà; detto questo è necessaria una piccola premessa prima di iniziare a parlare di tartuficoltura vera e propria.
Vi sono tartuficoltori che hanno tartufaie in piena produzione (cioè che stanno producendo tartufi già da anni), altri che stanno aspettando l’entrata in produzione dei propri impianti ed altri ancora che hanno messo a dimora piante micorrizate da molti anni e che oramai hanno perso le speranze di un’eventuale entrata in produzione della propria tartufaia coltivata.
Questo vuol dire che la futura tartufaia, perchè riesca a produrre realmente tartufi negli anni successivi, deve essere progettata nel migliore dei modi evitando di imbattersi in errori grossolani che potrebbero pregiudicare la buona riuscita dell’impianto.
I tartufi possono essere coltivati ovunque?
Ovviamente no; è necessario disporre di terreni vocati o comunque adatti alla coltivazione delle varie specie di Tuber. Vi sono infatti numerose specie di tartufo che possono essere coltivate con successo e non tutte le specie hanno le stesse esigenze in fatto di clima, terreno, habitat, disponibilità idrica, etc.
Se fossero così facili da coltivare oramai i tartufi avrebbero lo stesso prezzo sul mercato di quello delle patate!
C’è differenza fra i tartufi spontanei e quelli coltivati?
Se con differenza si intende una qualche diversità qualitativa (organoletticamente parlando), sembrerebbe proprio di no; difatti quella del tartufo non è una vera e propria coltivazione come invece lo sono quelle relative ad i vegetali (come frutta e verdura). Nel caso della tartuficoltura infatti non si fa altro che ricreare le condizioni ambientali adatte allo sviluppo dei funghi (nel caso specifico, di determinate specie del genere Tuber) ma senza utilizzare cloni o varietà selezionate e soprattutto senza distribuire fertilizzanti, pesticidi ed altre sostanze di cui si fa invece costantemente uso nelle normali coltivazioni. Per questo motivo non sono attualmente conosciute differenze sostanziali di qualità fra i tartufi coltivati e quelli spontanei presenti in natura.
La tartuficoltura può diventare una vera e propria professione?
Coltivare il tartufo può diventare un vero e proprio lavoro o, nel caso di piccolissime superfici destinate alla tartuficoltura, una discreta integrazione al reddito annuale; come tutte le professioni però è necessaria competenza, serietà e professionalità.
Insieme cercheremo di comprendere quali siano le basi che l’aspirante tartuficoltore deve avere per iniziare questo percorso che lo porterà a diventare un vero e proprio coltivatore di tartufi.
>> La progettazione della tartufaia
>> L’impianto della tartufaia
>> Le cure colturali necessarie alla tartufaia coltivata